martedì 30 agosto 2016

Le «Odi olimpiche» di Pindaro ed i «Discorsi» di Pitagora

Non ho ancora letto i «Discorsi» di Pitagora e le «Odi olimpiche» di Pindaro e non credo che ci riuscirò presto, come scrivo qui. Inoltre mi chiedo se i primi siano molto politici, come sembrano - leggete più sotto -, mentre i secondi dovrebbero parlare molto della mia città, Agrigento.

 
















  

Video. Queste più o meno le parole letterali - ma non troppo - in questo video su uno spettacolo del regista ed attore teatrale Agostino De Angelis (che ho visto alla Valle dei Templi di Agrigento, accanto al tempio di Giunone, al «Festival del cinema archeologico»): 

Pitagora fu fiero avversario di Falaride - si dice nel video - e con i suoi discorsi fece sollevare il popolo in tal maniera da affrettare la caduta del tiranno. Per sedici anni Akragas mantenne la sua libertà, ma poi assunse il potere un nuovo tiranno, Terone. Fu sicuramente migliore di Falaride. Pindaro, peraltro, lo cantò nelle sue Odi Olimpiche. E si parla dell'alleanza stretta con Gelone di Siracusa, ma anche di Himera.

Sempre alla Valle. Ed al tempio di Giunone anche Giancarlo Cattaneo, Mario De Santis, Maurizio Rossato e Parole note live. Maggiori informazioni su chi siano e cosa facciano qui.

«Il conte di Carmagnola» di Alessandro Manzoni e «Piccolo mondo antico» di Antonio Fogazzaro

«Piccolo mondo antico» di Antonio Fogazzaro qui.

 «Il conte di Carmagnola» di Alessandro Manzoni, 
Aristotele ed il «Corso di letteratura drammatica» 
di August Wilhelm von Schlegel

Alessandro Manzoni rimanda nell'introduzione del suo libro Il conte di Carmagnola ad Aristotele ed al Corso di letteratura drammatica di August Wilhelm von Schlegel:

L'unità di tempo ebbe origine
da un passo di Aristotele,
il quale, come benissimo osserva
il signor Schlegel,
non contiene un precetto,
ma la semplice notizia di un fatto; 
cioè della pratica più generale
del teatro greco. 
Che se Aristotele avesse realmente inteso
di stabilire un canone 
questa sua frase avrebbe il doppio inconveniente
di non esprimere un'idea precisa, 
e di non essere accompagnata
da alcun ragionamento.

Ed ecco qui la citazione da Aristotele:

Sono differenti in questo
(l'Epopea e la Tragedia), 
che quella ha il verso misurato semplice, ed è raccontativa,
e formata di lunghezza; 
e questa si sforza, quanto può il più, di stare sotto un giro del sole,
o di mutarne poco; 
ma l'Epopea è smoderata per tempo,
ed in ciò è differente dalla Tragedia.
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